Promossi e bocciati; il pagellone della stagione 19/20 – prima parte

All’alba della nuova stagione che sta per cominciare ci siamo sentiti in dovere di lasciare un commento su quella appena conclusa; anzi, con un pizzico di presunzione abbiamo stilato delle vere e proprie pagelle, con tanto di promossi e bocciati, per ogni compagine della nostra serie A, considerando nella votazione, e nei giudizi, il loro cammino complessivo (Coppe comprese), le aspettative della vigilia e le reali possibilità anche in base alle loro capacità economiche.
JUVENTUS 6,5
Una sufficienza, sia pure ampia, per la squadra capace di conquistare lo scudetto, il nono consecutivo per giunta, può sembrare un controsenso se non addirittura una cattiveria, ma l’esonero del tecnico Maurizio Sarri, nonostante il tricolore, fa capire come sia stata la società stessa a non ritenere soddisfacente la stagione della formazione bianconera, protagonista di un campionato lineare ma senza grandi exploit e soprattutto di una “campagna Coppe” altamente deficitaria, con la precoce eliminazione agli ottavi di Champions ad opera del Lione, e le sconfitte nella Supercoppa nazionale contro la Lazio ed in finale di Coppa Italia con il Napoli. Il tecnico tosco-partenopeo era stato ingaggiato soprattutto affinché desse alla squadra una nuova identità di gioco, cosa che tranne rarissime e sporadiche eccezioni non si è mai verificata, accendendo nella tifoseria il rimpianto per gli allenatori del passato, a cominciare da Allegri. Ora la “scommessa Pirlo” promette nuovi ed avvincenti capitoli della saga…
TOP – Su tutti ovviamente la coppia Dybala – Ronaldo; il portoghese dopo un inizio non proprio semplice e la famosa sostituzione contestata, è apparso in splendida forma, inanellando una serie impressionante di prestazioni e reti consecutive; peccato che in Europa il suo rendimento non sia stato altrettanto “pesante” nell’economia della squadra. L’argentino invece ha saputo riconquistarsi un ruolo determinante all’interno del gruppo, scalzando Higuain e risultando spesso decisivo con gol ed assist. Menzione d’onore anche per De Ligt che ha accusato l’impatto iniziale con le nostre latitudini, causando anche qualche “rigorino” di troppo, ma alla lunga ha fatto valere la sua classe e potenza, dimostrandosi all’altezza dello sforzo economico profuso dalla società per assicurarselo.
FLOP – Naturalmente Higuain; il centravanti è sempre apparso un corpo estraneo alla squadra ed anche quando ha realizzato qualche gol importante non è mai riuscito a dare continuità alle sue prestazioni: “operazione ritorno” certamente fallita. Bonucci è raramente riuscito ad imporsi come leader in campo, confermandosi al contrario molto loquace al di fuori del rettangolo verde…
DELUSIONE – Bernardeschi; in molti attendevano la sua definitiva consacrazione ma l’ex talento della Fiorentina per ora non l’ha nemmeno sfiorata.
SORPRESA – Difficile indicare una sorpresa in un roster di così elevata qualità; indichiamo Bentancur, in grado di “fare le scarpe” al più quotato Pjanic e futura pietra angolare del centrocampo bianconero e Demiral che soltanto a causa di un grave infortunio si è visto poco, ma ha lasciato intendere di essere “da Juve”.
ATALANTA 9
Una stagione da incorniciare che lascia addirittura del rammarico dalle parti di Zingonia. Erano davvero in pochi alla vigilia a credere che gli orobici sarebbero stati capaci di ripetere il terzo posto centrato lo scorso anno, in quanto si pensava che l’inedito impegno europeo avrebbe pesato troppo su una rosa certamente valida ma del tutto disabituata ad una simile concentrazione di gare di tale caratura. Invece la band di Gasperini (che se solo fosse un po’ meno “antipatico” potrebbe ambire a qualunque traguardo) non solo ha brillantemente bissato il piazzamento in campionato ma ha superato ogni aspettativa in Europa, sfiorando addirittura, per una manciata di minuti, la qualificazione alla semifinale del maggior torneo continentale per clubs. L’Atalanta è stata certamente la squadra più performante dopo l’interruzione da Covid, coniugando spesso risultati prestigiosi con prestazioni di altissimo livello tecnico e tattico e risultando il miglior attacco della serie A con ben 98 reti all’attivo. E da Bergamo promettono che non sia finita qui…
TOP – Almeno in dieci meriterebbero di essere citati, ma dovendo fare delle scelte otptiamo innanzitutto per Gomez, la cui seconda giovinezza sembra infinita; “el Papu” continua ad imperversare come un ragazzino per tutto il fronte offensivo risultando spesso imprevedibile ed imprendibile per gli avversari; tanti assist e gol importanti ne fanno senza dubbio un Top dell’intero campionato. Nove reti per un laterale che copre l’intera fascia (quasi sempre la sinistra) e viene considerato al massimo un centrocampista, non sono poche; trattenere Gosens, a tratti davvero letale, sarà probabilmente una delle “missions impossible” del presidente Percassi. Straordinarie prestazioni alternate ad assenze prolungate dal vivo del gioco; questo era Ilicic fino ad un paio di stagioni fa. Poi l’arrivo a Bergamo l’ha trasformato in un “guastatore” con pochi confini se non quelli psicologici che purtroppo lo hanno costretto al forfait proprio sul più bello.
FLOP – Difficile indicare qualcuno che abbia reso al di sotto delle sue possibilità tanto da risultare un flop; citiamo allora l’esperto difensore slovacco Skrtel, arrivato per dare “sostanza” internazionale al reparto arretrato e “fuggito” dopo appena un mese di allenamenti senza vestire mai la maglia nerazzurra in partite ufficiali: peggio per lui!
DELUSIONE – Solo per riempire la casella indichiamo Caldara, tornato all’ovile dopo le sfortunatissime esperienze con Juventus e Milan, ma siamo certi che se la condizione fisica tornerà a sostenerlo il tecnico nerazzurro avrà modo di recuperarlo ai suoi migliori livelli.SORPRESA – Muriel non è più di primo pelo e le sue qualità non certo da scoprire, ma con la continuità mostrata quest’anno non l’avevamo mai visto; anche entrando dalla panchina riesce a realizzare ben 18 reti, spesso di pregevolissima fattura, risultando alla fine il miglior marcatore della sua squadra in campionato (al pari dell’altro bomber Zapata). Bocciato a Roma, promosso con pieni voti a Bergamo, Toloi incarna il classico esempio di calciatore “incompreso e schiacciato” nella grande piazza che rinasce trovando la sua giusta dimensione in una realtà più piccola ma non meno importante: superarlo in questa stagione è stato difficile per ogni attaccante. Il gioco di Gasperini, votato all’attacco nonostante la marcatura a uomo possa far pensare il contrario, lo ha spesso esposto a pericoli, ma benché quella nerazzurra non sia tra le meno perforate del torneo, Gollini è riuscito comunque a mostrare le sue doti, tanto da entrare anche nel giro azzurro.
ROMA 6+
La qualificazione all’Europa League era il traguardo minimo fissato ad inizio stagione e Fonseca, al suo primo anno nella Capitale, l’ha centrato, peraltro senza troppi patemi e da quinto, quindi senza dover disputare i fastidiosissimi preliminari. Certo nell’ambiente mai facile di Roma e della Roma qualcuno si aspettava di più ed il cedere il passo anche di fronte alla Lazio, tornatale davanti dopo alcuni anni, ha fatto storcere il naso alla tifoseria che comunque, alla fine, si è “liberata” del presidente Pallotta, la cui popolarità non era mai stata così bassa. Ora la nuova dirigenza dovrà redimere il dilemma che ha squassato la precedente: in attesa dello stadio come far quadrare i conti ed al contempo essere competitivi?
TOP – Non sempre al meglio fisicamente, Lorenzo Pellegrini è comunque stata una delle note più positive della stagione giallorossa fornendo prestazioni quasi sempre intense e pregne di concretezza come il numero 9 alla voce assist sta a testimoniare. Smalling: arrivato in prestito a campionato già iniziato ha saputo conquistarsi il ruolo da titolare leader di una difesa non sempre irreprensibile, pesantissima la sua assenza nella gara con il Siviglia che è costata alla Roma l’eliminazione dall’Europa League. Anche Mikitarian è stato “acquistato” all’ultimo giorno di mercato per riparare alle falle apertesi nel corso di una campagna di rafforzamento che non aveva rinforzato granché. L’armeno nonostante qualche infortunio ha sempre fornito un apporto importante realizzando anche 9 reti in campionato. Naturalmente non possiamo non citare Zaniolo, vero ed indiscusso talento del nostro calcio e non solo della Roma; il prossimo, se il fato lo lascerà stare, potrà essere l’anno della sua definitiva affermazione.
FLOP – Negli ultimo anni il ruolo del portiere ha visto alternarsi tra i pali a Trigoria grandi campioni come Alisson e Szczesny, carnedi senza troppe pretese, come Goicoichea e medi calibri che hanno fornito rendimenti non sempre all’altezza; Pau Lopez dopo un discreto inizio si è progressivamente perso nei meandri di prestazioni troppo spesso infarcite di insicurezze. Su tutte la topica in occasione del goal di Acerbi nel derby di ritorno. “El comandante” ha perduto il comando e pure il posto da titolare, Fazio è andato incontro quest’anno alla sua peggiore stagione in giallorosso, probabilmente l’ultima.
DELUSIONE – Sembrava potessero spaccare il mondo o quanto meno le partite ed a volte l’hanno anche fatto ma sia Under sia Kluivert hanno mostrato troppa incostanza ed imprecisione tattica per potersi guadagnare la fiducia del tecnico; chissà se almeno uno di loro avrà un’altra chance in giallorosso…
SORPRESA – Inserito quasi a forza nella trattativa che ha portato Manolas al Napoli, Diawara, quando i guai fisici lo hanno lasciato in pace, ha saputo ritagliarsi un ruolo importante nel centrocampo della Roma. Bene anche Veretout, del quale però si conoscevano i numerosi pregi; lampi di speranza da parte di Carles Perez.
NAPOLI 6
Indicata come la principale rivale della Juventus per la conquista dello scudetto (una spanna sopra l’Inter), finisce settimo in campionato e si consola soltanto con la vittoria in Coppa Italia, conquistata proprio contro i bianconeri dell’amato-odiato Sarri; trofeo che consente agli azzurri di strappare la sufficienza nella nostra classifica. Primo colpevole della complessiva ed inattesa debacle, il presidentissimo De Laurentiis che non sfrutta mai un’occasione per starsene zitto e squassa l’ambiente provocando insanabili fratture all’interno dello spogliatoio alle quali Ancelotti non è stato in grado di porre rimedio. C’è riuscito con il lavoro e la pazienza “Rino” Gattuso, rilanciando giocatori sfiduciati e ricaricando anche quelli che sembravano ormai completamente fuori dal “progetto Napoli”.
TOP – Nella prima parte di campionato non si salva quasi nessuno, poi alla lunga viene fuori la qualità dei migliori con Milik ed Insigne una spanna sopra Fabian Ruiz ed il nuovo acquisto Demme.
FLOP – Nove reti il magro bottino dell’ex bomber Mertens, assolutamente al di sotto delle sue possibilità in questa stagione.
DELUSIONE – La delusione più grande siede, anzi sedeva, in panchina perché da Ancelotti ci aspettavamo maggior polso e determinazione nel gestire le situazioni difficili. Stagione sottotono per la coppia Manolas – Koulibaly che avrebbe dovuto rendere imperforabile la retroguardia partenopea, obiettivo raramente centrato. SORPRESA – Andiamo controcorrente e premiamo una vecchia conoscenza: Callejon; all’ultimo tango partenopeo, ritrova con Gattuso verve ed efficacia tornando ad essere una spina nel fianco delle difese avversarie.
VERONA 7,5
Forse la sorpresa più lieta del torneo in rapporto alle aspettative ed agli investimenti effettuati. L’Hellas si tira immediatamente fuori dalle pastoie della zona salvezza ed attraversa tutto il campionato a ridosso delle prime, sognando per lunghi tratti perfino un piazzamento europeo; tanti giovani talenti lanciati, altri rivalutati dopo esperienze non troppo positive in altri lidi e dietro a tutto la regia di una società sana e di un tecnico (Juric) fin qui troppo sottovalutato e considerato a torto “soltanto” l’allievo di Gasperini. Ma se è vero che prima o poi l’allievo supererà il maestro…
TOP – Amir Rrahmani ha blindato la difesa con prestazioni sempre sopra le righe, 36 presenze tutte da titolare ne hanno fatto una vera colonna della formazione di Juric; Sofyan Amrabat, gli manca solo il goal (una sola rete e su rigore nella sua stagione) ma il centrocampista marocchino è praticamente ovunque, aiutando sempre il compagno in possesso di palla e “rubandola” quando necessario. Se limiterà un po’ la sua irruenza (10 ammonizioni e 2 espulsioni) diverrà il “crac” che promette di essere.
FLOP – Soltanto 15 spezzoni (partendo una sola volta da titolare) e 4 reti per il capitano Giampaolo Pazzini, forse definitivamente giunto al passo d’addio.
DELUSIONE – Gennaro Tutino; l’età è dalla sua parte, tuttavia parecchi lo pronosticavano addirittura come una possibile sorpresa del campionato, mentre Juric, dopo averlo lanciato da titolare nelle prime partite, a gennaio l’ha spedito a farsi le ossa in serie B.
SORPRESA – Marash Kumbulla ad agosto scorsolo conoscevano davvero in pochi, ora lo vogliono tutti; il difensore albanese è forse il migliore in assoluto del suo reparto e promette di farsi valere anche su piazze più importanti.
PARMA 6
Un girone d’andata sopra ogni attesa ed un finale in calando con qualche colpo di coda; questo il cammino non proprio lineare del Parma di D’Aversa, allontanato a sorpresa ad un soffio dall’avvio della nuova stagione. Forse qualcuno pensava o credeva di poter fare di più? Sinceramente non siamo d’accordo…
TOP – Gervinho; se il Parma del girone di andata veleggia ad altissimi livelli e quello del ritorno si affloscia, in parte è dovuto anche al cambio di rendimento dell’ivoriano: prima imprendibile, poi introvabile. Bruno Alves centra l’ennesima stagione di livello portando esperienza e forza fisica al reparto.
FLOP – Vasco Regini, tra infortuni e prestazioni insufficienti scivola da una panchina all’altra della serie A senza lasciare tracce. Alberto Grassi era stato preso dal Napoli un paio di stagioni fa in quanto prometteva di diventare un giocatore che per ora, anche a causa degli infortuni, non è mai riuscito ad essere.
DELUSIONE – Ionut Radu; da promessa dell’Inter (la Roma lo chiese nella trattativa che portò Nainggolan a Milano…) a riserva di Sepe nel Parma dopo aver perso il posto nel Genoa. Una parabola discendente quantomeno sorprendente della quale si attende una rapida inversione di tendenza.
SORPRESA – Andreas Cornelius, acquistato per fare la riserva di Inglese, trova molto spazio a seguito degli infortuni del centravanti e ripaga la fiducia concessagli con 12 reti in 26 partite; potente e sufficientemente tecnico, un fattore nel gioco aereo. Dejan Kulusevski: a 20 anni “suonati” s’impossessa prepotentemente della maglia da titolare e a suon di giocate e reti (ben 10!) si guadagna già da gennaio il passaggio alla Juventus; è svedese ma porta un cognome slavo, proprio come Ibra, e di nome fa Dejan come il grande Stankovic: quando due indizi fanno decisamente una prova.
UDINESE 5
Tudor, il re delle salvezze, è partito col piede sbagliato e Gotti tra un’indecisione e l’altra sul ruolo da assumere, si è alla fine dimostrato più bravo e capace di quanto egli stesso volesse ammettere. La salvezza è così arrivata senza soffrire troppo e la riscoperta del talento di De Paul e della “letalità” di Lasagna hanno fatto tutto il resto.
TOP – Rodrigo De Paul inizia in sordina, un po’ come tutta la squadra, ma chiude alla grande con giocate e reti importanti. Seko Fofana si consacra come fulcro del centrocampo bianconero: potenza e classe al potere.Tornato in doppia cifra riproponendosi ai livelli di un paio di stagioni fa, Kevin Lasagna da buon capitano non abbandona la barca nel momento del bisogno, anzi la risolleva tirandola fuori dalle secche.
FLOP – Lukasz Teodorczyk non assolve al ruolo di vice Lasagna come ci si poteva attendere; rimandato a tempi migliori.
DELUSIONE – Ilija Nestorovski non esplode e viene scavalcato nelle gerarchie anche da Okaka
SORPRESA – Rolando Mandragora è uno dei pochi a fare bene anche nel momento più difficile della stagione friulana; l’infortunio lo tira fuori sul più bello.
SAMPDORIA 5
Il dottor Ranieri cura una Samp malata e destinata forse alla B dopo il “trattamento Di Francesco” non andato a buon fine. Pochi fronzoli, tanta sostanza e soprattutto la ritrovata vena realizzativa di Gabbiadini (mai prolifico come quest’anno) sono gli ingredienti di una salvezza quasi tranquilla; resta l’onta del derby di ritorno perso contro un Genoa alla deriva e che consente in pratica ai cugini di riportare a casa la pelle.
TOP – Manolo Gabbiadini ritrova se stesso ed i goal. Se riuscirà a mantenersi così potrebbe essere il nuovo punto riferimento per la ricostruzione della squadra.
FLOP – Lorenzo Tonelli; torna alla Samp a gennaio per rinsaldare il reparto arretrato ma non lascia la stessa buona impressione della scorsa stagione.
DELUSIONE – Andrea Bertolacci; torna a Genova cambiando sponda per ritrovare se stesso; per ora la ricerca ci sembra vana. Edgar Barreto, due sole apparizioni prima dell’addio…
SORPRESA – Tommaso Augello, arriva un po’ tardi nella massima serie (26 anni) e fatica a farsi largo ma poi, alla lunga, mostra di poterci stare benissimo.
GENOA 4
Sbagliare è umano, perseverare è… Preziosi! L’istrionico presidente rossoblù ancora una volta compone e scompone il suo “giocattolo” più costoso e delicato cambiando i “soliti” tre allenatori durante la stagione più lunga e tormentata; la salvezza arriva grazie all’exploit nella stracittadina di ritorno, alla fondamentale vittoria nello scontro diretto col Lecce ed ai numerosi harahiri degli stessi salentini. Vedremo se stavolta la lezione (e la paura) sarà servita a qualcosa…
TOP – Capitano coraggioso e valoroso, Domenico Criscito si fa perdonare qualche errore difensivo con gli 8 centri (su 10) dal dischetto e la maglia sempre intrisa di sudore all’uscita dal campo.All’alba delle 37 primavere Goran Pandev tocca quota 9 nella classifica dei marcatori come non gli succedeva addirittura dai tempi della Lazio (stagione 2008-2009) risultando alla fine come uno degli uomini decisivi per la salvezza dei rossoblù.
FLOP – Doveva essere l’uomo in più: esperienza ed affidabilità al servizio della squadra, ed in grado anche di realizzare goal importanti sfruttando i calci piazzati, ed invece Lasse Schone è stato spesso addirittura una palla al piede per il Genoa, incapace di calarsi nel ruolo e nella realtà del campionato italiano.
DELUSIONE – Antonio Sanabria; Andreazzoli e Motta lo tengono ai margini ma anche quando, con Nicola, ritrova spazio, non convince mai appieno. Segna appena 6 reti anche se un paio sono forse decisive per la salvezza dei liguri; da rivedere.
SORPRESA – Christian Kouamé parte col botto con 5 reti in 11 partite ma poi un infortunio maligno lo toglie di mezzo per il resto della stagione (e la società nel frattempo lo vende alla Fiorentina).
BRESCIA 4
Quasi mai competitivo, il Brescia si smarrisce dietro le paturnie di Balotelli all’ennesima scommessa (con sé stesso?) malamente persa. Alcuni giovani, tra i quali si conferma Tonali, e qualche vecchio mestierante cercano invano di salvare una squadra costruita male e destinata sin dall’inizio a retrocedere.
TOP – A vent’anni non gli si poteva chiedere di cantare e portare la croce, ne tantomeno di salvare da solo la “baracca”; Sandro Tonali comunque si ritaglia il suo spazio e conferma le belle impressioni lasciate già in serie B. Il prossimo anno avrà modo di proseguire il suo percorso di crescita nel Milan.
FLOP – Mario Balotelli è ormai, chiaramente, irrecuperabile. L’impresa disperata di restituirlo al grande calcio fallisce miseramente per l’ennesima volta. Chi avrà il coraggio di provarci ancora?
DELUSIONE – Difficile trovarne una; un po’ tutti i calciatori in rosa sono andati al di sotto delle aspettative, rimarcando carenze tecniche e caratteriali. Dovendo fare un nome, Balotelli a parte, indichiamo l’altro attaccante “di nome” in rosa e cioè Alessandro Matri che con 8 presenze e zero reti chiude mestamente una buona carriera.
SORPRESA – Ernesto Torregrossa alla prima esperienza in serie A dimostra di possedere un buon bagaglio tecnico ed un discreto fiuto per il goal; chissà se avrà la possibilità di riprovarci. In una retroguardia che spesso fa acqua salviamo Stefano Sabelli, certamente non un fulmine di guerra ma un guardiano comunque affidabile.